LA SPEZIA PORTA DI SION:MUSEO A CIELO APERTO AL MOLO PAGLIARI

La Spezia è nota in Israele come porta di Sion. Un nome complesso che allude ad un fatto storico di grande rilievo.

Sconosciuto a più, questo accadimento ha lasciato il segno nella vita di molti e da qualche tempo viene ricordato in un museo a cielo aperto ospitato alla nuova darsena di Pagliari. 

Spingersi un po’ più in là delle strade comunemente battute significa scoprire un volto nuovo della città. Rimuovere lo strato di polvere su fatti storici che hanno reso grande la popolazione di questo angolo di Liguria.

 

La Spezia porta di Sion

La Spezia, porta di Sion

 

 

Definire La Spezia porta di Sion può creare sbigottimento oppure incuriosire e spingere a conoscere questa lato insolito della storia cittadina. 

Cosa non perdere in tre giorni alla Spezia? Ne parlo in questo  pezzo dettagliato!

La Missione Exodus

Nel 1946 un atto di grande coraggio permise a numerosi profughi ebrei,  scampati ai campi di concentramento, di raggiungere la Terra Santa. La popolazione della zona ospitò e supportò questa gente fino a che tutto non fu messo a punto per il trasferimento clandestino per mare.

Bisogna fare un salto indietro di molti anni per capire quel particolare conteso storico. La Gran Bretagna, potenza mandataria della Palestina, dopo il conflitto mondiale aveva fissato un numero massimo di ebrei che ogni anno potessero fare rientro in Israele dall’Europa. Un numero troppo basso per soddisfare le tante richieste. I sopravvissuti ai campi di sterminio aspiravano ad un ritorno in patria. Reintegrarsi nella società non era cosa semplice.  

 

missione exodus

 

Sorsero così forme illegali di immigrazione. Tra queste l’Istituto per l’Immigrazione sorto nel 1938 e guidato da Yehuda Arazi. Il Comandante  regolò il flusso migratorio, indirizzandolo verso i porti italiani. Tra questi ovviamente quello della Spezia. 

Le missioni di rimpatrio vennero a lungo ostacolate fino a che la situazione non esplose proprio nel 1946 alla Spezia, diventando un caso internazionale. Grazie all’intervento di un politico laburista britannico, Harold Lasky,  tutto volse al meglio. La tenacia del popolo spezzino e la determinazione dei migranti hanno di certo avuto la loro rilevanza. 

Fede e Fenice le imbarcazioni che si occuparono di condurre oltre mille ebrei nella Terra Promessa il giorno 8 maggio 1946. 

A questo seguì l’anno successivo l’ancor più complicata vicenda della nave Exodus. 

La Spezia Porta di Sion: il museo ed il monumento

Per molti anni questa storia è rimasta viva grazie alla memoria dei nipoti e delle nipoti di tante persone coraggiose. 

Nel maggio 2006, esattamente sessant’anni dopo lo svolgimento della missione Exodus, La Spezia fu insignita della medaglia d’oro al valore civile per il supporto dimostrato dalla popolazione ai profughi. Alcuni anni prima  una targa commemorativa venne  apposta presso il molo Pagliari in ricordo dell’evento. Una cerimonia sentita accompagnò la celebrazione del 2006 ma di lì a poco i riflettori si spensero nuovamente su questa storia.

 

museo a cielo aperto la spezia

 

Un’impresa tanto importante non poteva essere dimenticata e così ha trovato posto di recente l’ideazione di un vero e proprio museo a cielo aperto. Un bando di concorso ha attirato l’attenzione di molti artisti ed architetti locali e non fino alla proclamazione dei vincitori.

Inaugurato nel 2019 questo nuovo spazio cittadino si compone di un monumento commemorativo e di un percorso didattico-espositivo a stazioni.

 

 

 

Il monumento realizzato da Walter Tacchini in marmo bianco di Carrara prende il nome di “Le ali della libertà”.

Il percorso invece si compone di dieci teche e permette di ripercorrere tutte le vicende della missione Exodus.

I vincitori sono stati Jacopo Maugeri, Alessandro Tognetti, Studio M2B PROGETTI – Paolo Maloni e Ivano Barcellone.

Un racconto per immagini e parole permette di rivivere in maniera toccante quei difficili momenti. 

 

percorso didattico la spezia porta di sion

 

La costruzione dei nuovi edifici dai toni sgargianti della darsena crea un singolare contrasto. Difficile oggi pensare a come possano essere accaduti certi fatti. Impossibile dimenticare.

E dunque in questa nuova area ridata alla cittadinanza, dove troverà posto anche il miglio blu, doveroso creare il giusto spazio per la memoria. 

(Testi e foto di Serena Borghesi- riproduzione riservata www.viaggi-nel-tempo.com) 

 

 

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