Il Collezionista di Venti a Pizzo Calabro è un punto di riferimento.
Un’opera da correre subito a vedere dopo aver degustato l’ottimo tartufo locale.
La sua collocazione, la sua essenza evanescente, la sua poeticità: tante le motivazioni che hanno reso e rendono ogni giorno il Collezionista di Venti di Pizzo Calabro la seconda opera più visitata dell’intera Calabria.
Per pianificare al meglio un viaggio nella Costa degli Dei vi suggerisco di leggere il mio post relativo a questo argomento.
In questo post parliamo di:
Il Collezionista di Venti a Pizzo Calabro: dove si trova e cosa rappresenta
A breve distanza dalla piazza principale di Pizzo, quella su cui affacciano i caffè storici ed i turisti si accalcano la sera, si trova qualcosa di unico. Un’opera contemporanea, trasparente, capace di dialogare alla perfezione con ciò che la circonda. Il Castello di Giocacchino Murat dista poche decine di metri. Un lungo asse temporale li separa, o forse no. Da una parte ci sono mura possenti, pietre, il peso della storia. Dall’altra una rete metallica che compone la sagoma di un uomo assorto. Un uomo di oggi e di ieri, fatto di pensieri leggeri. Un uomo sognante che guarda l’orizzonte, il mare e le isole Eolie. L’artefice di tanta meraviglia si chiama Edoardo Tresoldi, un artista capace di far proprio il linguaggio della trasparenza. L’opera appare unica ma così non è. A seconda dell’orario in cui la si osserva cambia aspetto e significato. Così come cambia il punto di vista di chi si sofferma a guardarla. Lo spazio che occupa è dinamico e mutevole, come lo sono gli spettatori. La sua dimensione immateriale riesce a rispettare alla perfezione lo spirito del luogo. E la scultura ed il paesaggio diventano una sola cosa, capace di scambiarsi reciprocamente contenuti ed emozioni.
Un uomo di due metri che guarda il mare, che si lascia attraversare dalla luce e dal mutare delle condizioni climatiche. Un personaggio capace di chiacchierare con i venti. E’ questa la motivazione del nome dell’opera. Sempre uguale eppure sempre diverso, come ogni essere umano.
Edoardo Tresoldi
Edordo Tresoldi è il creatore dell’opera “Il Collezionista di Venti” di Pizzo Calabro e proprio da qui, nel 2013, ha avuto inizio la sua brillante carriera. Lombardo di origine si forma all’Istituto d’Arte di Monza prima di trasferirsi a Roma per iniziare a lavorare nel cinema, nella musica, nella scenografia e nella scultura. Il suo interesse per il paesaggio e la scultura del paesaggio in particolare trovano piena espressione con la partecipazione ad un Festival di Arte urbana in Calabria. Correva l’anno 2013. Il suo obiettivo era quello di raccontare una storia semplice, quasi invisibile, che sappesse inserirsi in maniera timida all’interno di un certo luogo. La rete metallica diventa la scelta privilegiata con cui narrare le sue intenzioni per fare in modo che il paesaggio diventasse la vera essenza della sua creazione.I suoi pensieri prendono corpo e nasce non una semplice opera ma una visione del mondo da regalare ad ogni visitatore. E’ questa la storia del Collezionista di Venti a Pizzo Calabro. Inizia qui il suo lungo percorso di opere di arte pubblica con cui ha lasciato il suo segno in Italia, in Europa e nel mondo, generando il concetto di materia assente.
Informazioni per la visita
Il Collezionista di Venti di Edoardo Tresoldi si trova nel pieno centro di Pizzo Calabro (qui la mappa) ad un passo di distanza da Piazza della Repubblica. Lungo una scalinata che mette in connessione i due livelli della cittadina della costa tirrenica. Se ne sta lì, comodamente seduto su un basamento, i piedi penzolanti verso l’infinito. Cattura lo sguardo di chiunque passi in zona. Attira visitatori di passaggio in Calabria, al pari di capolavori ben più datati. Pare addirittura essere la seconda opera più visitata della regione dopo i Bronzi di Riace. Questo a significare che l’arte non conosce ostacoli nè limiti temporali e che molto spesso in essa ogni osservatore cerchi la possibilità di trovare la propria evasione e la propria dimensione e l’artista lo spazio e la capacità di “generare mondi inimmaginabili”.
Se passate da lì non perdete questa occasione, magari al tramonto !
(Testi e foto di Serena Borghesi-riproduzione riservata www.viaggi-nel-tempo.com)