Il quartiere ebraico di Marrakech viene chiamato comunemente Mellah.
Si trova all’interno della cerchia muraria, a breve distanza dal palazzo imperiale di El Badi, tra stretti vicoli odorosi di spezie.
Sono pochi i turisti che consapevolmente visitano il quartiere ebraico di Marrakech, i più vi arrivano per caso sulla scia della fama dei luoghi che hanno sede in questa zona.
Abbiamo avuto la fortuna di trascorrere i giorni della nostra permanenza in città in un riad ubicato proprio all’interno di questo quartiere e ne siamo rimasti davvero colpiti. Vi raccontiamo dunque cosa val la pena di visitare da queste parti.
Non molto distante da qui, la Kasbah di Marrakech merita una visita accurata ed approfondita.
In questo post parliamo di:
Il quartiere ebraico di Marrakech: la storia di Mellah
Il Mellah risale alla metà del ‘500 ed era il cuore nevralgico di una nutrita comunità ebraica dedita ai commerci, soprattutto di zucchero, ed alle attività bancarie. Oltre a questo tra loro vi erano anche artigiani, gioiellieri e sarti. La sua edificazione è legata alla dinastia dei Saadiani. Il quartiere ebraico per molto tempo è rimasto una città nella città, separato da essa da mura che potevano essere attraversate solo a piedi nudi dagli abitanti. Agli ebrei veniva quindi concesso di vivere a Marrakech ma in una sorta di isolamento e per questo per approvvigionarsi avevano un mercato proprio. Le due porte di accesso venivano chiuse alla sera e durante il giorno erano pattugliate da guardie per controllare le entrate e le uscite. Oggi la comunità ebraica non risiede più da queste parti e le vecchie abitazioni sono state progressivamente ristrutturate o trasformate in riad. L’atmosfera che ancora oggi si respira passeggiando tra queste vie è molto tipica ed è piacevole perdersi nell’osservazione di questi edifici pieni di storia. Per chi preferisce effettuare un tour storico con guida in italiano consigliamo di affidarsi a Civitatis.
Visitare il quartiere ebraico di Marrakech: il mercato delle spezie
Di sicuro una visita a questa parte della città non lascia indifferenti. Partecipare ad un tour privato dello shopping può essere un’ottima idea!
Al quartiere ebraico si accede tramite la Place des Ferblantiers, la piazza dei lattonieri. Oggi la zona è più comunemente nota con il nome di Hay Essalam. Arrivando da Piazza Jam el Fna si percepisce subito la differenza. Le case hanno un’altezza maggiore di quelle presenti nelle altre zone della medina e si possono ancora notare i tipici balconi esterni. Il divieto di poter abitare in altre zone cittadine rese infatti necessario sfruttare l’altezza degli edifici. Ai dettagli architettonici si associa oggi un vago senso di decadenza che contribuisce a caratterizzare fortemente la zona. In questa parte della città trova sede poi il mercato delle spezie, una tappa imperdibile. I profumi sono inebrianti e la quantità di prodotti esposti rende difficile resistere alla tentazione di fare affari, più o meno buoni.
Visitare la sinagoga del quartiere ebraico di Marrakech
Non avrei mai pensato di poter trovare una sinagoga a Marrakech ed invece è capitato. Tra le strette vie di questo quartiere in cui i turisti sono ancora una minoranza, abbiamo avuto il piacere di varcare le soglie di una piccola porta che ci ha portato all’interno di un luogo di pace. L’azzurro ed il bianco sono i colori dominanti delle decorazioni, in puro stile marocchino. Dal vasto cortile si accede ad una serie di stanze tra cui si trova la sinagoga vera e propria. Le altre camere hanno una funzione museale e rappresentano la viva testimonianza della vita degli ebrei a Marrakech. La sinagoga di Alzama non è facile da individuare ma una targa posta nella parte esterna dell’edificio testimonia la sua antica origine.
Il cimitero ebraico di Marrakech
Non tanto distante da qui, cinto da alte mura, si trova il cimitero ebraico. E’ noto per essere il più grande di tutto il Marocco. L’ingresso è a pagamento ma la cifra esigua merita di essere spesa per la particolarità del luogo. Si chiama Miiara ed il bianco accecante che colpisce appena entrati è difficile da dimenticare. Le numerose tombe che ospita sono infatti ricoperte di calce bianca che sotto il cocente sole marocchino crea un effetto ottico di notevole impatto. E’ possibile accedere tutti i giorni ad esclusione del venerdì pomeriggio e del sabato. All’ingresso un pannello esplicativo racconta la storia degli Ebrei in Marocco, fornendo dettagli sulla evoluzione della loro presenza. Ha uno stile completamente diverso da tutti gli altri visti in giro per l’Europa e sono contenta di essere riuscita a vederlo. In un’epoca in cui il concetto di integrazione religiosa è sempre più difficile poter prendere spunto dagli esempi del passato è una buona lezione di vita. Accanto all’uscita si trova una fontana in cui è d’uso lavarsi le mani prima di uscire.
Il palazzo Bahia
La maggiore attrazione del quartiere ebraico è il palazzo Bahia, tappa imperdibile di ogni viaggio a Marrakech. Lasciare le vie fatiscenti che accompagnano a questa meta per entrare in questo luogo di sfarzi e decori genera un certo stordimento. Ma del resto il Marocco è il paese dei contrasti.
Il suo nome lo descrive come il palazzo bello, il palazzo brillante e non si fa fatica a capirne la ragione. Si accede mettendosi in fila e pagando un biglietto direttamente sul posto.
E’ aperto tutti i giorni dalle 9 alle 17. La sua storia risale al diciannovesimo secolo ed è legata al nome di Si Moussa, ciambellano del sultano Hassan I del Marocco. Lo stile è proprio quello delle mille ed una notte, rovinato solo in parte dalle folle di turisti che rendono difficile anche scattare una foto. Con un pò di pazienza è possibile spostarsi da una stanza all’altra in un crescendo di meraviglia.
Marmi, stucchi, sculture e dipinti su legno, zellige, vetrate: la bellezza dei dettagli è travolgente. Si tratta di una superficie vastissima, otto ettari in tutto, completati da un fresco giardino. La struttura attuale è dovuta a Ahamed Ben Moussa, successore del primo ciambellano e reggente del giovane sultano Abd al-Aziz del Marocco. Dettagli davvero degni di un grande re, o meglio della sua concubina preferita.
I particolari della storia servono per capire meglio quanto si sta visitando ma per ammirare tanta grandiosità bastano solo occhi curiosi.
In una città ricca di esperienze da vivere e meraviglie da vedere addentrarsi nel Mellah è un piacevole diversivo che permette di capire ancora meglio la complessità e la ricchezza di questo paese.
(Testi e foto di Serena Borghesi-riproduzione riservata www.viaggi-nel-tempo.com)
Infatti, avevo la percezione di averlo visto solo in parte e così è stato. Il cimitero proprio me lo sono perso e la sinagoga non ho avuto tempo per vederla…quel negozio di stoffe colorate però ho la sensazione di averlo visto di sera, mentre mi recavo a cena al Monriad…che direi si trovi da quelle parti. Niente…dovrò tornare in questa ingarbugliata e splendida città!
Non è facile da comprendere in una sola volta e per questo bisogna valutare di farlo a più riprese. Secondo me ne vale la pena!