Le panchine giganti sul Lago d’Iseo sono quattro e tutte collocate in punti panoramici da urlo.
Fanno parte di un grande progetto che si sta diffondendo in tutta Italia e sono un’attrazione da vedere assolutamente!
Le panchine giganti sul Lago d’Iseo sono uno strumento di forte attrazione per andare alla scoperta del territorio attraverso percorsi suggestivi ed immersi nel verde.
Da non perdere nella zona le incisioni rupetri e tanto altro: ne parlo nel mio post dedicato a cosa vedere in Val Camonica in un fine settimana .
Per pernottare in zona vi suggerisco di provare un bed & breakfast incastonato nel verde di Bienno e curatissimo in ogni dettaglio: si chiama l’Orto di Balù.
In questo post parliamo di:
Le panchine giganti sul Lago d’Iseo: due parole sue progetto
Le panchine giganti sul Lago d’Iseo fanno parte di un grande progetto iniziato nel 2010 nelle Langhe. Si chiama “The Big Bench Community Project” ed è stato elaborato da Chris Bangle, designer americano. Insieme alla moglie abita da anni a Clavesana, in Piemonte, ed ha elaborato questa idea per unire la promozione del territorio all’artigianalità locale. Lo potremmo definire un progetto di “land art” ma a ben vedere ha qualcosa di più. Alla finalità artistica si unisce infatti il coinvolgimento delle maestranze locali che sono chiamate a realizzare le panchine con i propri strumenti. Un felice incontro tra territorio, abitanti e turisti, insomma. Uno strumento tutto sommato semplice per valorizzare la bellezza del paeseggio con un oggetto comune che diventa straordinario per le sue dimensioni.
Quante volte ci siamo fermati su una panchina ad ammirare un paesaggio?! In questo caso lo si può fare da una prospettiva privilegiata perchè la panchina è gigante, con il gusto di ritrovarsi piccoli davanti alla bellezza che ci circonda. Inutile dire che l’idea piace ai grandi quanto ai piccoli.
Dalla panchina numero uno situata a Clavesana, in borgata Gorrea, la strada percorsa è stata tanta ed oggi le pachine sono arrivate ad essere ben 100.
Tutte le panchine sono realizzate da privati, senza l’utilizzo di fondi pubblici. Chris Bangle ha fornito disegni ed indicazioni ai costruttori chiedendo solo che venissero rispettati tre requisiti: devono essere collocate in un punto panoramico, accessibili a tutti ed infine devono essere installazioni collettive.
Il Big Bench Community Project nasce quindi con lo scopo di sostenere le realtà locali, l’artigianalità ed il turismo.
Le panchine giganti in Lombardia
Dal Piemonte il progetto è stato presto esportato in Lombardia. Al momento quelle visitabili sono tredici ma altri progetti sono pronti a decollare. Sono tutte collocate nelle provincie di Bergamo e Brescia, in posizione panoramiche come richiede l’ideatore nei requisiti da rispettare. Organizzare una gita alle panchine giganti è un modo semplice ma divertente per andare alla scoperta del territorio e della natura che lo circonda.
Le panchine giganti sul Lago d’Iseo
Attorno al Lago d’Iseo le panchine giganti sono al momento quattro. La prima è stata realizzata un bel pò di tempo fa. Il paese di Rogno infatti è gemellato con Clavesana in Piemonte, dove è sorto questo progetto. Qui sorge la panchina numero 32, di colore blu. La panchina numero 53 si trova a Riva di Solto, Fonteno, ed è verde e blu. In ordine di tempo segue Pilzone con la panchina numero 73 e Sale Marasino con la Panchina numero 74.
Vederle tutte e quattro in un solito giorno non è impossibile ma molto impegantivo. A meno che non si voglia trasformare la gita in una vera maratona è preferibile dividere l’esperienza di vedere le panchine giganti sul Lago d’Iseo in due giornate.
Noi abbiamo iniziato da quelle più vicine a Milano e abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulle installazioni di Sulzano e Sale Marasino, approfittando dell’occasione per conoscere l’antica Strada Valeriana.
La panchina di Sulzano sul Lago d’Iseo
Abbiamo iniziato la nostra esplorazione dalla panchina numero 73. Come arrivo sul navigatore basta mettere Sulzano. Il punto di partenza è proprio dal paese. Per la precisione è possibile lasciare l’auto nei pressi del cimitero e da qui imboccare la Strada Valerina. Le indicazioni non mancano.Dopo aver attraversato un nucleo di case, la strada s’inoltra nel fitto della vegetazione e si fa acciottolata. La salita è bella tosta. Non è impossibile ma è abbastanza impegantiva. Lungo il percorso la vegetazione regala una piacevole frescura e fin dall’inizio del percorso gli scorci sul lago sono molto gradevoli.
La Strada Valeriana ha origini incerte. Da una parte il suo nome si vorrebbe ricondurre al generale romano Caio Publio Lucinio Valeriano. Dalla regione della Rezia (corrispondente alle attuali Svizzera, Austria, Trentino e Lombardia) il condottiero avrebbe potuto avere necessità di realizzare un collegamento con i bacini del Reno e del Danubio. A parte il riferimento al nome di questo personaggio però mancano completamente evidenze archeologiche certe. Di sicuro in epoca medioevale questo tracciato rappresentò l’unico ed importantissimo collegamento con la Valle Camonica. Via di passaggio fondamentale per il commercio di ferro e pietre.
Camminando dunque lungo la Strada Valeriana si arriva in prossimità della Panchina di San Fermo in circa un’oretta, prendendosela comoda e fermadosi di tanto in tanto per riprendere fiato. Ad un certo punto si apre sulla destra una radura con un bel prato. Qui si trova la chiesa dedicata a San Fermo. Per la precisione ci si trova in località Gazzane di Sulzano. I primi riferimenti a questo edificio religioso risalgono al 1100. La struttura è di linee molto semplici ed alcuni dettagli sono realizzati in pietra di Sarnico. Molto particolare il campanile staccato dal corpo centrale dell’edificio.
Poco più avanti il cammino incontra una leggera pendenza e da qui s’inizia ad intravedere la panchina verde.
La vista è a dir poco meravigliosa. Spazia su buona parte del lago, Montisola compresa. Val la pena di fermarsi in contemplazione a lungo per riposare ma soprattutto per cogliere tutti i dettagli del panorama. La vegetazione viene tagliata regolarmente e quindi intorno è possibile trovare spazio per fare un pic-nic.
Oltre al panorama anche i bei fiori spontanei e le farfalle creano un piacevole contesto bucolico.
Le panchine giganti sopra il lago d’Iseo: la panchina di Sale Marasino
A breve distanza da qui si trova la panchina di Sale Marasino. In una giornata si possono vedere entrambe. La seconda è più facile da raggiungere perchè volendo con l’auto si arriva davvero in prossimità dell’installazione. Per chi ha ancora fiato è possibile compiere un sentiero che da Maspiano sale sulla collina. Da Sulzano a Maspiano si arriva in auto. In questo primo caso bisogna lasciare l’auto nei pressi della chiesa di San Giacomo ed iniziare il cammino.
Per i più pigri è possibile proseguire ancora con l’auto e parcheggiare in prossimità dei cartelli che indicano la panchina. Con una passeggiata di dieci minuti si arriva al sito. Anche in questo caso il sentiero attraversa il bosco. E’ molto meno ripido di quello che conduce alla panchina di Sulzano e non e’ formato di ciottoli ma di terra. Ovviamente la vista è meno scenografica perchè l’altitudine è minore ma merita comunque una visita.
La panchina di Sale Marasino è la numero 74 ed è di colore giallo/arancio.
Per chi ha poco tempo a disposizione, bambini molto piccoli o poca voglia di camminare, è la soluzione migliore per conoscere questa forma di land art senza troppi problemi. Rappresenta anch’essa al meglio questo bellissimo progetto di valorizzazione del territorio e coinvolgimento della comunità locale.
La panchina di Rovato
Sempre in provincia di Brescia ma non proprio sul lago si trova la panchina di Rovato. E’ la numero 88 ed è di colore azzurro. Non una scelta casuale ma ben legata ad un progetto di ampio respiro.
Si trova alle pendici del Monte Orfano, poco sopra l’abitato di Rovato, in Franciacorta.E’ stata ribattezzata la panchina dell’accoglienza e rientra nell’ambito paesaggistico ma soprattutto socio-culturale di Villa Cantù. Una parte integrante di un progetto di riabilitazione psichiatrica gestito dal Consorzio Cascina Clarabella.
Arrivare a questa panchina è molto semplice. Dopo aver lasciato l’auto in un parcheggio realizzato nei pressi del Santuario di Santo Stefano, con una camminata di pochi minuti si raggiunge il sito. La particolarità di questa installazione è il contesto in cui è inserita. Per giungere a destinazione infatti si passa nel bel mezzo dei vitigni di Franciacorta i cui pali di sostegno sono tinti, non a caso, di azzurro.
Una vegetazione fantastica, in parte plasmata dall’uomo ed in parte spontanea, accompagna quindi lungo il percorso fino a giungere alla famigerata panchina azzurra con vista su tutta la vallata circostante. Dominare i centri urbani dall’alto è sempre suggestivo!
Una gita alle panchine giganti nei dintorni idel Lago d’Iseo è una bella occasione per passeggiare nella natura, conoscere posti nuovi e rifarsi gli occhi con meravigliosi panorami.
Ne avete già viste alcune ?
(Testi e foto di Serena Borghesi-riproduzione riservata ww.viaggi-nel-tempo.com)