Scoprire il Sulcis significa compiere un viaggio nella parte più profonda della Sardegna, nel cuore della cultura e delle tradizioni antiche di questa terra.
Si tratta si una terra in cui dal lontano passato la ricchezza del sottosuolo ha segnato il destino dei suoi abitanti lasciando spazio solo in epoche più recenti alla scoperta del suo mare e delle sue bellezze naturali.
Abbiamo deciso di scoprire il Sulcis esplorando la parte di Sardegna meridionale che va da Porto Pino a Piscinas e questo è il nostro racconto.
Per approfondire la scoperta della Sardegna meridionale vi rimando alla nostra esperienza nella parte compresa tra Cagliari e Capo Teulada.
In questo post parliamo di:
Scoprire il Sulcis: dove si trova esattamente questa regione della Sardegna?
E’ difficile stabilire dove incominci esattamente il Sulcis e quali comuni debbano essere compresi in questa storica regione della Sardegna. Ancora più incerta la distinzione tra parte settentrionale e parte meridionale cioè tra l’ Alto Sulcis, più popoloso e territorialmente meno vasto, ed il Basso Sulcis, più esteso ma con una scarsa densità di abitanti. Un territorio selvaggio, a tratti aspro, scelto dall’ uomo come propria dimora fin dal lontano passato. Si tratta della porzione sudoccidentale dell’isola che prese il nome dall’antica città di Sulki, oggi Sant’Antioco. Si raggiunge da Cagliare tramite i collegamenti aerei o navali. Per esplorare questo territorio è opportuno avere un’auto per muoversi in autonomia da un’angolo all’altro di questa storica regione.
Scoprire il Sulcis inglesiente : Sant’ Anna Arresi e Porto Pino
Nell’abitato di Sant’Anna Arresi si trova un nuraghe risalente all’età del bronzo. L’edificio, collocato in posizione leggermente rialzata, è composto da due torri formate da blocchi ciclopici di calcare. Una vera e propria civiltà quella nuragica misteriosa ed ancora oggetto di studio da parte degli storici. Oltre al nuraghe Arresi in questo territorio si trovano altre importanti testimonianze come il villaggio nuragico Coi Casu, una fonte nuragica e le tombe dei giganti. Una zona ricca di reperti archeologici ed anche di frutti della terra, dal momento che il vitigno carignano del sulcis e quello del vermentino di Sant’Anna Arresi trovano qui gli elementi necessari per acquisire il sapore e le qualità che li rendono così pregiati.
La spiaggia di Porto Pino contribuisce ad aumentare la fama del luogo. Il mare cristallino, la sabbia chiara, i ginepri, i pini d’Aleppo e le dune conferiscono a questa insenatura caratteristiche uniche. Si accede alla spiaggia da diversi punti ma entrando dal cancello dell’area militare-che apre ai turisti eccezionalmente nei mesi estivi- si arriva direttamente ai piedi delle dune. Il piccolo sentiero che dal parcheggio conduce alla spiaggia svela a poco a poco al visitatore uno scenario spettacolare.
Scoprire il Sulcis: l’isola di Sant’Antioco
Davanti a questo tratto di costa si trova un’isola particolare perché non è staccata dalla terra ferma ma unita ad essa da un’ istmo artificiale. La sua storia è complessa ed inizia in età preistorica e nuragica, come testimoniano numerosi siti disseminati sul territorio, per raggiungere il proprio apice grazie ai Fenici artefici dell’edificazione della città di Sulki, una delle più antiche e floride di tutta la Sardegna del tempo. Un nome tanto importante da essere esteso poi all’intera regione. Per scoprire le tante attrattive che l’isola ha da offrire è consigliabile compiere un giro in auto tra le strade costiere e quelle dell’entroterra per poter così ammirare la particolare vegetazione e percepirne i profumi.
Tra le numerose spiagge è facile trovare quella più vicina alle proprie esigenze e quella meglio posizionata a seconda delle condizioni dei venti per trascorrere alcune ore di totale relax. La spiaggia di Maladroxia è considerata una delle più belle dell’isola per i fondali bassi e sabbiosi ed i colori cangianti tra l’azzurro ed il verde smeraldo del suo mare. Da qui, seguendo la strada costiera verso l’istmo, si susseguono una serie di calette deliziose e molto tranquille. Prima di concludere la giornata, una passeggiata tra le case bianche di Calasetta-uno dei due centri dell’isola- svela una particolarità del suo passato : la popolazione del luogo parla il tabarchino, una variante del ligure. Le motivazioni sono assai singolari e sono legate alle vicissitudini di un gruppo di coloni partiti da Pegli alla volta dell’isola tunisina di Tabarca e poi trasferitisi qua in seguito alle mutate condizioni politiche. Questa lingua viene parlata diffusamente tra le giovani generazioni che la studiano a scuola e la utilizzano nella vita quotidiana rendendola un caso unico tra le minoranze linguistiche presenti in Italia.
Scoprire il Sulcis : le miniere di Ingortosu
Fino agli anni novanta del secolo scorso le numerose miniere di piombo, argento e zinco sono state la principale risorsa economica di questa regione. Attorno ad esse sono sorti dei veri e propri villaggi dotati di abitazioni, chiese, spacci, cimiteri e perfino ospedali per soddisfare le necessità di chi viveva in questo microcosmo. Oggi restano solo alcune costruzioni diroccate ed un grande silenzio. Dal 1997 l’Unesco ha riconosciuto ufficialmente il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, composto da otto siti minerari, come primo parco all’interno della rete mondiale dei Geositi/Geoparchi. Ad Ingortosu si può visitare ciò che resta del villaggio minerario abbandonato, compiendo un vero e proprio viaggio indietro nel tempo. Quando l’attività estrattiva cessò tutti coloro che vi lavoravano lasciarono questo luogo per cercare nuove opportunità di lavoro e da allora tutto è rimasto immutato. Il tempo qui si è fermato. Sui binari della piccola ferrovia ci sono ancora i vagoni che trasportavano i minerali verso il mare per essere imbarcati sulle navi.
Cosa vedere nel Sulcis: le spiagge di Piscinas e Scivu
Seguendo il percorso che il materiale estrattivo percorreva si arriva alle Dune di Piscinas, un luogo dal fascino impareggiabile. Un sistema dunale costiero molto vasto, che si può attraversare a piedi avendo l’impressioni di essere finiti all’interno di un piccolo deserto . Il mare si infrange sulla sabbia dorata con una potenza incredibile, la Costa Verde si affaccia infatti sul mare aperto, per questo motivo la balneazione è sconsigliata nei giorni un po’ burrascosi ma restare sulla battigia ad ammirare la forza delle onde regala una bella scarica di adrenalina !
La spiaggia di Scivu , adiacente a Piscinas, è circondata da alte dune e protetta da particolari scogliere di colore rosso che si “accendono” al tramonto. In questa zona il WWF ha istituito un’oasi –quella di Scivu per l’appunto- per proteggere il particolare ecosistema garantendone la sopravvivenza. Tra le dune vive il cervo sardo mentre la tartaruga caretta-caretta sceglie ancora oggi queste spiagge solitarie per deporre le proprie uova.
Scoprire il Sulcis significa entrare in contatto con una natura libera e selvaggia che sembra appartenere a racconti di un tempo lontano ma che è ancora possibile vivere ed ammirare, senza allontanarsi troppo da casa. Questa è la Sardegna meridionale, una terra dal grande fascino.
Info Utili:
Dove mangiare : Birrificio-Pizzeria Rubiu –Sant’Antioco
Cantine : Sardus Pater-Sant’Antioco
Cantina Mesa- Sant’Anna Arresi
Vedi anche…… PROFONDO SUD – La Sardegna meridionale da Cagliari a Capo Teulada-
(Testi e foto di Serena Borghesi-riproduzione riservata Viaggi-nel-Tempo)