Davanti alla città della Spezia si apre un golfo dalla forma inconfondibile, ben chiuso a protezione dell’insediamento urbano, puntellato di romantici borghi e delimitato frontalmente dai profili delle tre isole Palmaria, Tino e Tinetto. Golfo dei Poeti è il nome altamente evocativo con cui si identifica questo arco, stretto tra il Mar Ligure e la fascia di verdeggianti colline, in cui si alternano senza soluzione di continuità centri abitati ed attività industriali. Dalla sua parte più meridionale a quella più settentrionale sono i piccoli paesi della costa ad aver favorito la diffusione di una fama che già a partire dall’ottocento richiamo’ l’attenzione degli artisti più sensibili. Shelley e Byron soggiornarono a lungo da queste parti ed il loro ricordo è ancora ben vivo nei luoghi in cui sostarono in cerca d’ ispirazione.
A pochi chilometri dal confine con la Toscana spicca il suggestivo borgo di Tellaro, identificato costantemente con uno dei più belli d’Italia. Arrivare con l’auto è semplice, lo è meno trovare un parcheggio, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza. Ma una volta che si giunge in prossimità della chiesa Stella Maris ogni eventuale sacrificio sostenuto fino a questo momento svanisce davanti ad un’immagine fatta di pura poesia. Da questa posizione tra le abitazioni color pastello, assiepate tra i carrugi e gli scogli, lo sguardo riesce a farsi strada fino al mare, dipinto di un intenso azzurro. Il fondale sassoso di certo contribuisce a far risaltare la trasparenza dell’acqua come si può piacevolmente constatare sostando sul terrazzino delle agavi, proteso sull’ultimo lembo di costa ligure. Tellaro va contemplata e respirata, senza fretta, tra i dettagli delle sue case, gli affacci sul mare e la vegetazione che cresce rigogliosa.
Il nome di questo borgo è legato ad una famosa leggenda che ha come protagonista niente meno che un polpo. Fu grazie all’intervento di questo intraprendente abitante del mare che la popolazione di Tellaro, nel cuore della notte, potè accorgersi dell’attacco dei saraceni. Il “polpo campanaro” infatti salì sul campanile della chiesa di San Giorgio svegliando tutti a suon di far fracasso. Lerici ha un centro abitato più ampio ed una serie di arenili sabbiosi per gli amanti della balneazione più comoda.
Il castello, costruito in posizione dominante, è senza dubbio uno dei suoi edifici più caratteristici. Per raggiungerlo bisogna addentrasi nel vecchio ghetto ebraico e quindi inerpicarsi fino alla cima. La vista da qui è eccezionale e sembra di toccare con un dito le tre isole del piccolo arcipelago che cinge il golfo dei Poeti. Tra le case del paese, i volti e le piccole piazze merita una visita la piccola chiesa di San Rocco sormontato dal un campanile quasi sproporzionato per le sue minute dimensioni. Con una piacevole camminata a piedi sul lungomare si arriva a San Terenzo, anch’esso protetto da un possente castello.
A mezza costa tra i due paesi si erge la maestosa Villa Marigola, sede di concerti ed importanti convention, mentre proprio di fronte all’arenile santerenzino una dimora immacolata reca una targa a memoria del soggiorno dei coniugi Shelley. Superando il capoluogo, la strada costiera arriva alla parte opposta del golfo dove si susseguono numerosi paesi ognuno con una storia da raccontare . Le Grazie è senza dubbio uno dei più belli sia per la felice posizione che per i numerosi resti che ospita. Risalente all’epoca romana sono i resti di una villa di epoca sillana, un vero unicum in tutta la Liguria. A breve distanza si trova un santuario dedicato a Nostra Signora delle Grazie, che ha dato il nome al paese.
Il complesso venne fondato dai monaci di San Colombano presenti sull’Isola del Tino e di questa origine si conserva traccia nel chiostro e nel refettorio. Nel piccolo porticciolo trovano riparo grandi velieri in legno che catturano lo sguardo e l’obiettivo dei passanti nel loro procedere alla scoperta di questa stupenda baia. L’ultimo borgo lungo la linea costiera del Golfo dei Poeti è Portovenere. Dall’alto si nota la sua vicinanza all’isola Palmaria, da cui è separato da uno stretto braccio di mare ed una strana costruzione militare che emerge dalle acque. Si chiama Torre Scola e si tratta di un edificio eretto dalla Repubblica di Genova a protezione dei propri possedimenti.
A Portovenere non servono presentazioni perché la sua fama lo precede. Ma nonostante la notorietà, il suo fascino e la sua natura non sono stati compromessi. La posizione parzialmente isolata in qualche modo ha contribuito a preservarlo. Una linea compatta di case torri si elevano sopra lo spumeggiare del mare fino alla punta estrema del promontorio su cui è stata edificata la chiesetta di San Pietro. Colori pastello per le abitazioni, marmo bianco e nero per gli edifici religiosi: l’essenza dello spirito ligure a Portovenere è rappresentato al meglio, del resto si tratta di possedimenti della Superba .
Una serie di archi incorniciano la grotta che fu dedicata a Lord Byron, luogo ideale per dedicarsi alla contemplazione dell’infinito. Una generosa icona di Botero ammira il mare tra il baccano e lo svolazzare dei gabbiani e si prova una certa invidia pensando che lei ha la fortuna di stare qui per sempre. Al di sopra dei carrugi si erge il castello legato al nome della famiglia Doria. La sua posizione è semplicemente impareggiabile. Più in basso la chiesa di San Lorenzo merita una sosta mentre si cerca di trovare la strada giusta tra il dedalo dei vicoli che riportano al livello del mare.
Il Golfo dei Poeti è la mia casa, il posto in cui sono nata ed in cui torno ogni volta che posso. Ma nonostante questi luoghi mi siano così famigliari non provo mai noia nel visitarli perché di sicuro c’è un dettaglio che mi è sfuggito o un particolare che non avevo ancora ammirato, uno scorcio che non ho fotografato o un angolo su cui non mi sono soffermata. Se non lo conoscete ancora, mettete in programma di visitarlo. Se lo conoscete già, vale sempre la pena tornare !
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(Testi e foto di Serena Borghesi-riproduzione riservata www.viaggi-nel-tempo.com)