Informarsi bene su cosa vedere a Crespi D’Adda, sito Unesco di Lombardia, è fondamentale per organizzare al meglio la visita.
Questo luogo fuori dal tempo è stato annoverato tra i beni patrimonio dell’Umanità nel 1995.
Ma cosa rappresenta esattamente Crespi d’Adda?
Si tratta di un villaggio operaio di fine Ottocento, progettato strategicamente sulle sponde del fiume Adda.
Tra gli undici beni patrimonio dell’Umanità della regione questo rappresenta quello con il fascino più particolare. Non una manifestazione di madre natura né un’opera d’arte ma un progetto sociale ed economico senza precedenti.
Per scoprire cosa vedere a Crespi d’Adda vale dunque la pena di munirsi di scarpe comode ed addentrarsi tra le sue vie per scoprirne i numerosi segreti e le curiosità.
Da associare in zona la visita a Vaprio d’Adda, seguendo il ricordo di Leonardo da Vinci.
In questo post parliamo di:
Il progetto del villaggio operaio di Crespi d’Adda
La famiglia Crespi era proprietaria di attività industriali legate alla produzione del cotone. Ebbe la grande intuizione di costruire da zero una cittadina per i dipendenti impiegati nel vicino opificio e per le loro famiglie.
Un’idea lungimirante e fortemente innovativa. Il sogno di una famiglia intraprendente che si è concretizzato in un modello sociale ed economico a cui ancora oggi si guarda con ammirazione.
L’eccellente stato di conservazione e la completezza di questo ambizioso progetto architettonico non è sfuggita neppure all’Unesco che, a giusta ragione, ha deciso di inserirlo nella lista dei Beni Patrimonio dell’Umanità. La ragione è da ricercarsi in quell’insieme di valori di cui è testimonianza nel panorama del fenomeno dei villaggi operai d’Europa.
Il particolare contesto naturale in cui è inserito e la lontananza dai grossi centri industriali hanno giocato un ruolo strategico nella storia di questo sito.
Da una parte infatti hanno permesso a Crespi d’Adda di giungere fino a noi pressoché inalterato e, dall’altra, garantiscono agli attuali visitatori di compiere un vero e proprio “viaggio nel tempo” in un’oasi di pace.
Cosa vedere a Crespi d’Adda: dalle case operaie al cimitero
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non si tratta di un villaggio abbandonato perché molti discendenti dei primi operai ancora risiedono nelle graziose abitazioni di cui si compone il paese.
Consapevoli della valenza storica di questo sito, siamo giunti in zona in una domenica mattina.
La prima cosa che abbiamo notato è stato il grande silenzio che regnava sovrano. Con la guida cartacea venduta dall’ufficio turistico alla mano abbiamo iniziato a curiosare tra gli edifici che compongono il centro abitato.
Si tratta di piccoli caseggiati disposti ordinatamente tra una dozzina di strade perpendicolari tra loro.
La chiesa, la scuola, i lavatoi, l’albergo, il cimitero, il piccolo ospedale, la cooperativa, l’edificio per il dopolavoro, la piscina riscaldata: a Crespi d’Adda non mancava proprio nulla!
Salendo su un piccolo rilievo collinare, tra le vegetazione d’inizio primavera, abbiamo passato in rassegna prima la casa del medico e poi quella del parroco ed abbiamo conquistato una posizione da cui siamo riusciti ad avere una visione d’insieme su tutto il villaggio e sul polmone verde che lo circonda.
Un progetto davvero sensazionale che si riesce a comprendere ancora meglio da questa prospettiva.
Una volta tornati verso il centro abbiamo indugiato tra le abitazioni suddivise in monofamiliari, bifamiliari, villette per impiegati, capireparto e dirigenti. Ognuno poteva disporre di una spazio adeguato per se e per i proprio cari, di un giardino privato e di tutti i servizi necessari per condurre una vita tranquilla.
Tutto, ovviamente, a beneficio della produttività.
Ogni dettaglio è rimasto cristallizzato agli inizi degli anni trenta quando, a seguito del declino della famiglia Crespi, la sorte del villaggio è iniziata a mutare. Mentre lo stabilimento andava avanti a fasi altalenanti, si incominciava la vendita delle case.
Però di questo “paese fantasma” immerso in una quiete quasi irreale ogni singola pietra continua a raccontare una storia unica ed incredibile che val la pena di essere ascoltata e conosciuta.
Proseguendo il nostro cammino siamo giunti ai margini del centro abitato dove si trova il cimitero occupato nella sua parte centrale da un grande mausoleo appartenente alla famiglia Crespi, adornato in vari stili.
Cosa vedere a Crespi d’Adda: visitare il sito da soli o con una guida?
Crespi d’Adda può essere visitato con una guida, nelle giornate in cui sono organizzate speciali tour, oppure in autonomia.
Nelle giornate festive le auto non possono circolare e così passeggiare tra questi antichi insediamenti è davvero piacevole e rilassante ed i bambini possono fare le proprie scoperte in assoluta tranquillità.
E’ possibile girare tra le strade in cui sono disposte le abitazioni, arrivare fino al cimitero e poi dalla strada principale tornare nuovamente verso il villaggio, proprio di fronte alla fabbrica, centro nevralgico della vita di tutti gli abitanti.
Un percorso ad anello semplice ed adatto a tutti.
Purtroppo non è sempre possibile accedere all’interno del cotonificio, se non in occasione di speciali visite guidate. Per questa ragione, durante la nostra prima visita, ci siamo accontentati di sbirciare attraverso il cancello dipinto in rosso cercando di immaginare il tempo in cui quella struttura di mattoni sormontata da una grande ciminiera era in piena attività. Anche la villa-castello, residenza della famiglia, si intravede solo in lontananza, ben protetta da una recinzione in muratura.
Cosa vedere a Crespi d’Adda: visitare il cotonificio
Il cuore pulsante del villaggio di Crespi d’Adda è senza dubbio il suo cotonificio. L’idea basilare da cui tutto ha preso corpo.
Se dunque passeggiare per il villaggio è sempre consentito, in ogni giorno e mese dell’anno, per accedere alla fabbrica bisogna attendere le speciali aperture.
Finalmente dopo una lunga attesa abbiamo trovato la giusta occasione per entrare in punta di piedi in questo spazio.
Con il supporto di una guida abbiamo varcato la soglia del cancello ed iniziato a scoprire i dettagli architettonici e tecnici di questo microcosmo.
Al pari del villaggio dove nulla è lasciato a caso anche in questo spazio dedicato alla mera produzione la bellezza ed i decori hanno un valore di prim’ordine.
Lo si capisce dall’organizzazione degli spazi, dalla costante presenza della stella ad otto punte, dai fregi in cotto, dalla linea dei tetti degli stabilimenti in stile inglese.
Visitare Crespi d’Adda, sito Unesco di Lombardia, senza passare da qui è un vero peccato.
La grandezza del progetto emerge chiara passeggiando tra gli ampi capannoni, fingendo che le lancette del grande orologio abbiano smesso di ticchettare per il piacere dei visitatori e non per il degrado del tempo.
Perché Crespi d’Adda è stato dichiarato sito Unesco
La nostra visita a Crespi d’Adda si può riassumere come un tuffo nel passato all’interno di un microcosmo studiato in tutti i dettagli da Cristoforo Benigno Crespi e dal figlio Silvio, imprenditori soprattutto ma anche studiosi, collezionisti d’arte e viaggiatori. Menti aperte alle innovazioni al punto da aver ideato, a fine ottocento, un villaggio dotato di corrente elettrica, guadagnando così un primato assoluto nell’Italia del tempo, ed anche di una piscina coperta e riscaldata di cui i dipendenti potevano avvalersi nelle proprie ore di svago. Un fantastico progetto del passato capace di guardare al futuro, costantemente in bilico tra sogno e realtà.
Crespi d’Adda è uno straordinario esempio di “città aziendale”, un fenomeno che si è sviluppato in Europa e Nord America nel XIX e all’inizio del XX secolo.
Espressione della filosofia prevalente di industriali illuminati nei confronti dei loro dipendenti.
Alla base del progetto la volontà di creare una città allo scopo di fornire abitazioni confortevoli e servizi per poter usufruire di una manodopera stabile e prevenire il conflitto industriale. L’intero villaggio era disposto secondo una forma geometricamente regolare, disposta su tre linee secondo una griglia rettangolare. Le abitazioni erano tutte diverse per stile, in modo da garantire una varietà nel paesaggio ed una visione piacevole all’osservatore. Gli operai oltre alla casa beneficiavano di numerosi servizi tra cui la lavanderia, la clinica, un teatro ed un centro sportivo.
Un progetto architettonico, economico e sociale che merita di essere ricordato, valorizzato, ammirato e studiato. Questa è la ragione della scelta effettuata dall’Unesco nell’inserirlo tra i propri beni patrimonio dell’Umanità.
Informazioni utili per visitare Crespi d’Adda, sito Unesco di Lombardia
Crespi d’Adda si trova nella frazione di Capriate San Gervasio; in provincia di Bergamo. Si arriva con l’ autostrada Milano-Bergamo uscita Capriate. Da qui bisogna seguire le indicazioni per Crespi d’Adda. Da marzo a novembre nei giorni festivi di pomeriggio Crespi è chiusa al traffico quindi l’auto va parcheggiata al di fuori del paese. L’Ufficio delle informazioni “Crespi Cultura” ha sede in piazzale Vittorio Veneto 1. L’accesso è gratuito.
(Testi e foto di Serena Borghesi-riproduzione riservata www.viaggi-nel-tempo.com)