I presepi di San Gregorio armeno a Napoli sono vere opere d’arte da ammirare in ogni momento dell’anno.
Nel cuore del centro storico partenopeo si trova una via piccola ed estremamente caratteristica.
Visitare i presepi di San Gregorio Armeno a Napoli significa vedere dal vivo artigiani al lavoro e scoprire una tradizione lunga secoli.
Da non perdere a Napoli: una visita al Museo Archeologico, la Galleria Borbonica ed un assaggio di sfogliatelle appena sfornate !
In questo post parliamo di:
I presepi di San Gregorio Armeno: come arrivare
Via San Gregorio Armeno è una piccola arteria cittadina resa unica da una tradizione ultracentenaria. Non sarebbe differente dai vicoli che la precedono o la seguono se non avesse una lunga storia da raccontare. Il centro di Napoli è tutto tipico e fortemente caratteristico. Ogni balcone, ogni edificio o chiesa hanno un dettaglio che impone la sosta ma nel cuore di Spaccanapoli esiste un angolo davvero speciale.
Ed ecco quindi che mentre si passeggia per la via che letteralmente spacca in due la città ci si trova ad un bivio e non si hanno dubbi. Il regno dei presepi si palesa in tutta la sua tipicità.
Il modo migliore per vedere Napoli è proprio questo: passeggiare a ritmo lento, alla scoperta della sua storia. Basta una cartina alla mano, o un minimo di senso dell’orientamento, e tutto passa in rassegna davanti agli occhi del visitatore. Tra colori e profumi difficili da dimenticare.
Per chi arriva dalla stazione il percorso più rapido prevede di attraversare Piazza Garibaldi per raggiungere Corso Umberto, noto anche come Rettifilo. Con una camminata di dieci minuti si raggiunge Via Duomo e da lì si prosegue verso Spaccanapoli. Per chi preferisce prendere la metro dalla stazione la linea 1 conduce in Piazza Dante e superata Port’Alba si prosegue su Via dei Tribunali.E’ anche possibile optare per la linea 2 con fermata Cavour.
La storia di Via San Gregorio Armeno
La storia di questa via coincide con l’origine greca della città. Il suo nome originario era San Liguoro e rappresentava uno degli elementi basilari dell’architettura urbanistica greca. Si trattava infatti di uno stenopos, un vero e proprio cardine cittadino, che metteva in collegamento due decumani, o plateiai. Fin dai tempi più antichi ha dunque rappresentato il cuore della città. Prese in seguito il nome di Plateia Nostriana, quando il Vescovo di Napoli Nostriano, il XV, vi fece costruire il primo ospedale per i poveri e gli ammalati.
A metà del suo percorso si trova la Chiesa di San Gregorio Armeno, edificata su un preesistente tempio intitolato a Cerere. Nel 1205 la strada cambiò nome in onore del Santo a cui fu dedicata anche la chiesa.
La Chiesa di San Gregorio Armeno, conosciuta anche come Santa Patrizia, ed il complesso monastico ad essa adiacente rappresentano uno degli edifici religiosi più grandi ed importanti della città, oltre che dalla lunga storia.
L’origine dei presepi di San Gregorio Armeno
Dopo aver capito come arrivare in questa via tanto famosa ed aver compreso l’importanza storica della sua stessa collocazione resta da dissipare un ulteriore dubbio. Come mai in questa parte della città si costruiscono i presepi? Per trovare una risposta dobbiamo nuovamente fare un salto indietro nel tempo fino all’epoca romana. Pare infatti che i devoti a Cerere (dea della fertilità e delle messi), alla quale in questa via era stato dedicato un tempio, erano soliti omaggiare la divinità con statuette in terracotta, realizzate dagli artigiani della via.
Per arrivare al presepe come lo concepiamo noi oggi bisogna andare avanti nel tempo fino all’epoca dei Borbone. A fine Settecento infatti il re Carlo III di Borbone diede grande impulso all’artigianato locale e all’arte presepiale più in particolare. E proprio in questo secolo il presepe esce dalle chiese per diventare appannaggio delle famiglie aristocratiche che facevano a gara per allestire scenografie sempre più belle e ricercate. Dal nucleo originario della natività, il presepe si fa più ricco e complesso ed affianca alla Sacra Famiglia scene di vita vissuta. In questo senso San Gregorio Armeno rappresenta la fucina di questa tradizione che, con il tempo, è stata capace di varcare i confini partenopei e della Campania in senso più ampio.
Quando andare a vedere i presepi di San Gregorio Armeno?
Sempre. Non ci sono giorni dell’anno in cui i presepi di Via San Gregorio Armeno non facciano bella mostra di sè. Si tratta infatti di un susseguirsi di botteghe artigiane sempre aperte e funzionanti. Ovviamente nel periodo natalizio, soprattutto nel fine settimana, la zona è presa d’assalto. Ma in ogni momento dell’anno, durante una visita alla città, è d’obbligo perdersi nell’atmosfera di questa via. Uno degli aspetti più interessanti consiste nel vedere gli artisti all’opera, intenti nel perfezionare le proprie creazioni.
La via non è molto lunga e, senza folla, si riesce a percorrere agevolmente avendo la possibilità di indugiare tra mille personaggi, dettagli ed ambientazioni perfette per arricchire il proprio presepe.
San Gregorio Armeno: cosa portare a casa
Per gli amanti della tradizione resistere alla tentazione sarà impossibile. Si trovano statuine di ogni foggia e pezzi per arricchire il proprio presepe davvero introvabili altrove. Ogni bottega è specializzata in qualcosa e quindi val la pena di prendersela con calma per ammirare gli straordinari lavori degli artigiani che sono impegnati nel proprio lavoro in ogni giorno dell’anno.
C’è chi dà forma a statuine in terracotta, chi realizza capanne e basi in legno di ogni dimensione e chi vende riproduzioni dei personaggi dello spettacolo, della tv o dello sport da inserire in un eccentrico presepe. Accanto ai pastori ed alle figure tipiche della tradizione ecco allora comparire i divi del momento che rendono Via San Gregorio Armeno il cuore del colore e del folklore di Napoli. La personalizzazione dei soggetti più in vista in Italia (e non solo) è infatti una caratteristica unica del presepe napoletano.
Per chi ama la tradizione invece è importante sapere che alcuni personaggi o ambientazione hanno un significato profondo e non possono mancare in nessuna riproduzione della natività che si rispetti. Benino, il cacciatore, il pescatore, la lavandaia, i venditori di cibo, la zingara, il monaco, Stefania, la meretrice, i due compari Zi’ Vincenzo e Zi’ Pascal oltre ovviamente ai Re Magi ed alla Sacra Famiglia.
Tra i luoghi non possono mancare il mercato, il ponte, il forno, il pozzo, il fiume, l’osteria.
Il presepe napoletano prevede un’ambientazione nella nascita di Gesù nella Napoli del ‘700 e per questa ragione abiti e dettagli sono riferibili a quel tempo più che alle usanze palestinesi.
Importante infine sapere che molte botteghe effettuano spedizioni a domicilio. Quindi nessuna paura a lanciarsi in acquisti folli: tutto verrà recapitato a casa, al proprio ritorno.
Visitare i presepi di San Gregorio Armeno a Napoli è un dovere per chi è in visita in città. Un omaggio alla tradizione ed alla storia della Campania, in ogni periodo dell’anno.
(Testi e foto di Serena Borghesi-riproduzione riservata www.viaggi-nel-tempo.com)