Modena vanta ben tre siti Unesco. Tantissimi a ben pensarci. In realtà si tratta di un unico sito composto da tre realtà diverse.
Questa graziosa cittadina emiliana dai ritmi tranquilli e dall’offerta gastronomica d’eccellenza ha un cuore storico davvero interessante.
In questo post parliamo di:
Risale al 1997 l’ inserimento di Modena nella lista dell’Unesco. La sua proclamazione è legata alla presenza di una piazza, un duomo ed una torre dall’immenso valore.
Da non perdere nei dintorni una visita a Cremona per scoprire le peculiarità di questa città di confine.
Piazza Grande a Modena
Modena ha una storia lunga e significativa, costellata di tanti eventi. Una fetta importante del suo passato è concentrata in Piazza Grande. Qui, tra gli eleganti porticati ed i palazzi ben conservati, si possono rintracciare ancora oggi i segni evidenti della civiltà comunale. Per chi ha poco tempo a disposizione ammirare con calma questa piazza, indugiando nei dettagli, è senza dubbio un buon modo per far conoscenza con la città emiliana.
Il centro storico di Modena è piccolo e compatto. Piazza Grande ne rappresenta il cuore. Costruita nel XII secolo ha per lungo tempo rappresentato la sintesi del potere politico, religioso e giudiziario della città. Ma era soprattutto espressione della vivacità economica del territorio: luogo di scambio, contrattazione ed incontro. Forse in questa chiave deve essere interpretata la statua della Bonissima. E’ possibbile ammirarla murata nel Municipio, nell’angolo con Via Castellaro. Pare che la sua origine sia antecedente addirittura al 1268.
Degna di menzione è anche la Pietra Ringadora dalle molteplici funzioni. Pare infatti che all’occorrenza potesse servire per arringhe, condanna dei truffatori ed identificazione delle salme. La si nota molto facilmente, proprio alla base del Comune.
Arrivando da Via Emilia la piazza si apre davanti agli occhi del visitatore in tutta la sua bellezza. La tentazione di trovare la migliore angolazione per catturare in un unico scatto tutta la sua maestosità è difficile da tenere a freno.
Risaltano da subito la sua simmetria, la proporzione ed i diversi volumi degli edifici che fanno a gara ad attirare lo sguardo su di sè.
Cresciuta un poco alla volta, sulla base delle esigenze del nascente comune, rappresenta ancora oggi il centro della celebrazioni e della socialità del popolo modenese. Il suo nome quindi è legato alla sua evoluzione ed è in grado di rappresentare e raccontare al meglio la sua anima e la sua storia.
Attorno alla piazza ci sono locali caratteristici in cui potersi sedere a respirare con calma l’atmosfera modenese. D’obbligo un salto all’ufficio comunale delle informazioni turistiche per essere certi di non perdersi nulla.
Il Duomo di Modena
Questa importante costruzione rappresenta un vero e proprio capolavoro del romanico, non solo italiano ma europeo. I nomi di Lanfranco e Wiligelmo associati alla sua edificazione e decorazione la rendono un’opera immortale. Ogni libro di storia dell’arte che si rispetti non può che dedicare una parte consistente delle proprie pagine alla descrizione di ciò che il Duomo di Modena è ed ha rappresentato.
La prima pietra venne posata il 9 giugno del 1099. Una visione nuova venne affidata alla progettazione di quest’opera, capace di lasciare il segno e fare strada a chi sarebbe venuto dopo. Le materie prime impiegate sono frutto di un recupero effettuato presso la zona romana della città. Buona parte del materiale utilizzato per il rivestimento lapideo è infatti di reimpiego, come è stato possibile accertare da studi recenti.
Su piazza grande si trova Porta Regia mentre la facciata principale si apre su Corso Duomo.
Porta Regia è legata all’opera dei lombardi Maestri Campionesi. I tre settori in cui è suddivisa la facciata principale invece corrispondono alle tre navate interne. Sul portale maggiore si evidenziano le decorazioni di Wiligelmo focalizzate nella descrizione di paure e speranze dell’uomo del Medio Evo. La Porta dei Principi , nel fianco sud, è realizzata per opera degli allievi di Wiligelmo mentre la Porta Nord era considerata la via d’ingresso dei pellegrini.
Se l’esterno da solo basta a creare ammirazione e stupore negli occhi dell’osservatore, l’interno non può che confermare la sensazione di maestosità.Tre ampie navate realizzate in mattoni rossi colpiscono per la sobrietà a cui si contrappongono ricche decorazioni come il pulpito centrale di Enrico da Campione. Da non perdere il Presepe di Terracotta di Antonio Begarelli; l’altare delle statuine che presenta un grandioso pollittico a cinque scomparti in terracotta, la Cappella Bellincini; nella cripta: la Madonna della Pappa, i capitelli ed il sepolcro di San Geminiano, patrono della città.
Fare una sintesi non è certo semplice perchè la grandezza di ciò che il duomo rappresenta tanto nella sua parte esterna quanto all’interno è difficile da restringere in poche parole.
Modena Unesco: la torre civica o Ghirladina
L’attenzione è tutta lì che si concentra, fin da subito. Non è facile competere con una cattedrale di tale fama ed una piazza dalla lunga storia ma la sua altezza attira lo sguardo come una calamita. Ecco dunque che nella lista dei monumenti più famosi della città di Modena s’impone su tutti la Ghirlandina, ufficialmente nota come torre civica.
Vi si accede con una stretta scala, dagli scalini consunti dal tempo. La fatica vien presto ripagata dalla vista. Non si arriva fino alla cima, però. La visita è consentita fino al piano detto dei Torresani. Nei suoi 90 metri totali di altezza rappresenta il simbolo indiscusso di Modena.
Non si sa con esattezza se la sua costruzione fosse coeva a quella del Duomo o meno. Di sicuro si conosce la sua funzione nel tempo: scandire i tempi della vita della città. Quindi non semplice torre campanaria della principale chiesa cittadina ma molto di più.
Il suo nome tanto singolare è legato alle decorazioni presenti nella parte più alta dell’edificio.
Durante la visita si possono fare alcuni incontri interessanti. Appena dopo l’ingresso una campana molto antica impone una breve sosta. Giusto il tempo per respirare a fondo ed iniziare la salita. Altra fermata d’obbligo è consigliata presso la Sala della Secchia. Per secoli la torre ha custodito tesori cittadini. Tra questi un secchio in legno, trofeo della vittoria su Bologna. Oggi il prezioso cimelio è conservato presso il palazzo civico pen protetto da un sistema di allarme.La stanza che ospitava questo oggetto singolare è riccamente decorata tanto nelle pareti laterali che nel soffitto la cui volta ricorda un cielo stellato.
La Stanza dei Torresani rappresenta il cuore della visita. In questo spazio, un tempo occupato dai guardiani, si può ammirare tutta Modena dall’alto. Da ognuno dei quattro lati si scorge qualche dettaglio inedito e si riesce ad abbracciare tutta la città in uno sguardo. Grazie alla guida ho potuto scoprire che tutta la costruzione fu realizzata con materiale di recupero. La struttura è in mattoni, il rivestimento messo a punto con 22 tipi diversi di pietra naturale. Molto propabilmente fu recuperato dalla città romana. Interessante poter notare ancora oggi i segni degli incisioni resi necessarie per ricavare la forma di pietra adatta al nuovo impiego. Incredibili le decorazioni di datazione incerta che lasciano aperte mille interpretazioni.
I Torresani si occupavano di svolgere un importante servizio alla comunità. Non semplici guardiani dunque ma titolari di una missione di controllo cittadino. Oltre a suonare le campane infatti si occupavano di dare l’allarme in caso di pericolo. La loro attività perdurò dal 1306 alla seconda metà dell’Ottocento.
L’ultima parte in cui si trova la guglia ha origini più recenti.
Per la sua storia, i ricchi decori esterni e gli aneddoti che la contraddistinguono non si fa fatica a capire perchè sia il vero simbolo di Modena.
Il Palazzo Comunale di Modena
Il Palazzo Comunale di Modena non è menzionato nella triade dell’Unesco ma vorrei comunque menzionarlo. Includere nella scoperta di Modena la visita delle sue sale storiche e dell’acetaia è d’obbligo. Al pari della piazza, della cattedrale e del duomo rappresenta una perfetta sintesi della vita medioevale. I resti della sua antica torre, le sale, gli affreschi sono uno spaccato davvero illuminante di questo periodo storico. Presso il Camerino dei Confirmati si trova la Secchia originale menzionata poco sopra. Nella sala del camino è ancora oggi visibile l’antico braciere in cui i commercianti poter trarre i tizzoni per affrontare la giornata all’aperto.
I numerosi affreschi seppur di epoche successive scandiscono le tappe più importanti della storia modenese.Nella sala del Consiglio Vecchio gli scranni cinquecenteschi raccontano di un passato di dibattiti e consultazioni. La Sala degli Arazzi reca sul pavimento e sul soffitto il motto cittadino: “Avia pervia”.
Nella soffitta del palazzo infine un’acetaia comunale introduce ad un mondo di sapore e gusto che non può essere escluso in una visita a Modena.
Organizzare le visite alla Modena Unesco
Per organizzare al meglio una visita a Modena è necessario pianificare le tappe che si intendono fare con anticipo. La visita al duomo è libera e sempre consetita. La torre può essere visitata con prenotazione obbligatoria da effettuarsi entro la mezzanotte del giorno prima. Stesse regole valgono per le Sale Comunali e l’acetaia. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito dell’accoglienza turistica del comune.
(Testi e foto di Serena Borghesi; riproduzione riservata www.viaggi-nel-tempo.com)