“Nuovi occhi” è il titolo di un corso denso di contenuti organizzato da InnovActionCult, associazione culturale specializzata nell’organizzazione di visite a misura di famiglia, a cui ho avuto il piacere di partecipare alcuni giorni fa. Conosco da tempo questa brillante realtà meneghina grazie a cui ho potuto scoprire sfaccettature inedite di Milano in compagnia di tutta la famiglia ma per la prima volta ho assistito ad un loro workshop, finalizzato a fornire nuovi strumenti per vivere l’arte, rivolto ad addetti ai lavori e non. Marco Peri, storico dell’arte, ha tenuto una lezione a dir poco illuminante sulla didattica museale di cui è indiscusso esperto, e, soprattutto, ha dato spunti interessanti su come poter vivere esperienze nel mondo dell’arte capaci di lasciare davvero un segno.
Ogni giorno un sacco di immagini della più varia natura ci bersagliano e ci attraversano ma quante veramente sono capaci di catturare la nostra attenzione e fissarsi nella nostra mente? Chi è abituato a viaggiare spesso ha la presunzione di saper cogliere i dettagli, di saper “vedere” ma spesso non ci rendiamo conto di quanta superficialità ci accompagna nei nostri itinerari e che molto raramente lasciamo spazio a tutti i nostri sensi e ci mettiamo realmente nella condizione di farci coinvolgere da ciò che ci circonda. Riflettere su questi aspetti mi ha aperto davvero nuovi scenari e mi ha permesso di mettere in discussione i miei parametri di viaggiatrice, fruitrice di arte, visitatrice di musei ed anche di mamma.
Troppo spesso le nostre esperienze sono impoverite dagli schemi rigidi attraverso cui le viviamo, dagli stereotipi che ci accompagnano in gran parte della nostra vita. Ebbene, l’insegnamento che ho colto dalle parole di Marco Peri è stato quello di non temere di “rompere gli schemi” e di iniziare a concepire l’arte come strumento attraverso cui apprendere, coinvolgendo tutto il corpo. Si parla infatti di un di “embodiment” come metodo per conoscere attraverso tutto ciò che fa parte della complessità di un individuo. Ma non ci siamo fermati alle parole e, presso gli allestimenti ospitati all’interno della Fondazione Prada, abbiamo provato a mettere in pratica quanto appreso nella mattinata. Non avrei mai pensato di poter visitare una mostra ad occhi chiusi ne tanto meno di riuscire ad emozionarmi davanti ad un’installazione grazie all’utilizzo di un sottofondo musicale.
Questa giornata formativa ha rappresentato per me un punto di svolta nel mio modo di percepire non solo l’arte ma il mondo in generale e di sicuro trasferirò quanto appreso nei miei prossimi viaggi e nelle prossime visite in famiglia, certa di avere numerosi strumenti in più e ” nuovi occhi” attraverso cui far conoscere il mondo ai miei piccoli “viaggiatori nel tempo”.
Link utili:
Marco Peri, educare con l’arte
(Testi e foto di Serena Borghesi-l’immagine di copertina e quella della Fondazione Prada sono di Maria Giulia Voltini-riproduzione riservata www.viaggi-nel-tempo.com)
Grazie Serena per questo racconto dell’esperienza (tras)formativa vissuta insieme.
“L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi”
Grazie a te Marco, questa giornata trascorsa insieme mi ha permesso davvero di riflettere sulle infinite prospettive attraverso cui è possibile vedere l’arte.